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Riduzione del rischio
- ANPVU
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Le nuove tecnologie del vaping consentono di avere la possibilità di poter cambiare le statistiche sanitarie e quindi essere in grado di offrire agli svapatori consapevoli una alternativa che è di gran lunga meno nociva del tabacco di sigarette. Il Ministero della Salute della Gran Bretagna già nel 2015 stimava una riduzione del rischio di circa il 95% della tossicità dei vaporizzatori rispetto alle “tradizionali”. È bene sottolineare come per riduzione del rischio di tossicità si intendono sostanzialmente tutte quelle patologie fumo-correlate come: il cancro del polmone e le gravi patologie cerebro-cardiovascolari (infarto del miocardio, stroke, arteropatia obliterante periferica,etc.), ma non solo. Un Team di ricercatori scozzesi guidati dal dottor William E. Stephen dell’Università di St. Andrews in Scozia è riuscito a mettere a punto una specifica metodologia definita “inhalation unit risk” che misura il rischio di sviluppare il cancro per unità di inalazione chimica. Per ricavare i dati di rischio finali, i ricercatori hanno accoppiato il rischio di unità di inalazione con il consumo giornaliero stimato dei consumatori. Le conclusioni, pubblicate sulla rivista Tobacco Control sono nette ed inequivocabili: “La potenza cancerogena delle sigarette elettroniche, è pari a meno dell’1% di quella del fumo”.